Esportare in Giappone: guida per le aziende italiane dei settori arredo e accessori lifestyle

Ad un’azienda italiana conviene esportare in Giappone? I prodotti Made in Italy hanno tradizionalmente un posto speciale nelle preferenze dei consumatori giapponesi. Esaminiamo le opportunità di export nel 2021 per le aziende italiane del comparto casa, lifestyle, arte della tavola e cartoleria che desiderano puntare su un mercato di export solido come il Giappone.Con l’occasione della più importante fiera internazionale dedicata a questi settori, la LIFESTYLE WEEK che si svolge annualmente a Tokyo e Osaka, scopriamo come sta il Made in Italy in Giappone e quali accordi bilaterali favoriscono l’export.

Giappone: lo scenario economico

Il Giappone ha una popolazione di oltre 126 milioni di abitanti ed è la seconda potenza economica dell’Asia e la terza al mondo per PIL nominale, dopo Cina e Stati Uniti. La crisi Covid-19 ha avuto una forte ricaduta sull’economia e per incentivare la ripresa il governo ha varato misure di stimolo fiscale per un valore 117 mila miliardi di yen (circa il 20% del PIL), che includono sussidi per cittadini e aziende interessate. Nel 2021 si prevede una crescita del PIL di circa il 2,8% e l’aumento dei consumi è già in corso grazie alle misure di stimolo.

La percezione del Made in Italy in Giappone

I giapponesi amano l’Italia, la sua lingua, la sua cucina e in modo particolare i prodotti Made in Italy sono per loro un punto di riferimento di indubbia qualità e stile.  Sia nella moda che negli arredi e accessori per la casa e per la persona, il Made in Italy in Giappone è sinonimo di bellezza senza tempo e dal prezzo medio-alto. I brand del lusso italiani, insieme a quelli francesi, hanno contribuito a creare questa percezione.

Il segmento di consumatori giapponesi con potere di acquisto elevato ed età medio-alta si dimostra fedele ai suoi brand italiani di riferimento e li acquista nei monomarca/multimarca delle zone dello shopping di lusso o nei piccoli negozi che fanno ricerca sui brand europei di nicchia. 

Oltre a loro, negli ultimi anni si è aperta una grande opportunità: raggiungere i più giovani, meno brand oriented rispetto ai loro genitori e nonni e più sensibili a valori che un prodotto veicola. Entra in gioco così il valore aggiunto dei brand indipendenti Made in Italy: ricerca sui materiali, funzionalità, attenzione all’ambiente, stile contemporaneo con un tocco di italianità meno classica e più creativa, filiera tracciabile e certificata. Come in altri Paesi, i buyer giapponesi che fanno ricerca per una clientela giovane sono molto attenti ai brand medio-piccoli e alle idee emergenti, finora estranei ai classici circuiti di vendita. Le fiere di settore sono una delle mete preferite per questo scouting e sono un canale che permette ai brand italiani di avere visibilità in una vetrina privilegiata.

A livello di canali distributivi, i canali commerciali classici per il Made in Italy, come i department stores, sono in declino da anni. Cresce invece lo shopping nei negozietti dei quartieri creativi di Tokyo come Nakameguro, attenti a proporre continuamente nuovi brand stranieri poco conosciuti, dal design originale, poco diffusi e con una comunicazione originale. Questo tipo di canale ha delle potenzialità ancora inespresse per le aziende italiane. 

Esportare in Giappone: come sta il Made in Italy

Il Giappone è da anni uno dei maggiori partner commerciali italiani. L’export italiano nel 2019 ha avuto un valore di 10,5 miliardi di euro. I prodotti dei settori tessile, abbigliamento, pelletteria, accessori moda sono la voce più rilevante, con il 24,5% del totale.

Buon andamento anche per gli accessori per la casa e per l’arredo. Il mercato giapponese dell’arredamento vale circa 22 miliardi di euro annui e i fornitori stranieri totalizzano circa l’8%. L’Italia è il primo Paese europeo e ha un trend di crescita lento ma costante. Cucine e mobili devono fare i conti con la carenza di spazio nelle case giapponesi, che hanno bisogno di arredi studiati ad hoc, iperfunzionali e salvaspazio, con una ricerca sull’usabilità, l’ergonomia, la domotica e il risparmio energetico. Molto più semplice trovare spazio per oggetti di illuminazione, accessori per la tavola, la casa e l’ufficio capaci di connotare l’ambiente con il gusto Made in Italy. Per affermarsi in Giappone come brand affidabile e solido è fondamentale garantire servizi di assistenza post-vendita con standard molto elevati e personale in loco.

Ottime performance per le aziende italiane anche nei settori della gioielleria/bijoux (7° importatore mondiale) e nei cosmetici e prodotti per il corpo (8° posto)

Sotto il punto di vista normativo, dal 1 gennaio 2019 è entrato in vigore l’accordo di partenariato economico (APE) tra l’UE e il Giappone, che ha creato una zona di libero scambio molto vantaggiosa per le aziende italiane e permette di superare molte delle complesse regole preesistenti.  L’accordo elimina la maggior parte dei dazi per un valore di 1 miliardo di € pagati ogni anno dalle imprese dell’UE per esportare in Giappone. Nel primo anno di attuazione dell’EPA l’Italia ha aumentato del 9,5% il valore dell’export nei settori moda, tessili e casa. (fonte: L’Inkiesta)

Lifestyle Week, la fiera di riferimento in Giappone per i settori accessori, casa, design e cartoleria

Lifestyle Week è la vetrina ufficiale più efficace per le aziende italiane che desiderano aprirsi al mercato giapponese.

La manifestazione si svolge 3 volte l’anno:

  • aprile e luglio a Tokyo  
  • settembre a Osaka

La prossime edizioni, che prevedono l’opportunità del Remote Exhibiting, saranno:

  • Tokyo 6 – 8 luglio 2022
  • Osaka 28 – 30 settembre 2022

Lifestyle Week nasce dall’unione di alcuni saloni specialistici, di cui i più rilevanti sono:

  • Fashion Goods & Accessories Expo (accessori moda, pelletteria, calzature, tessuti);
  • Table & Kitchenware Expo (arte della tavola, tessuti, utensili e pentole, vetro e ceramiche); 
  • Design Expo (oggettistica e prodotti di design per la casa e la persona);
  • ISOT (cartoleria, cartotecnica e strumenti per ufficio);
  • IFEX  ( salone per fiori e piante);
  • Giftex Tokyo (regalistica, artigianato, tessuti, profumazioni, oggettistica, accessori, etc..);
  • Baby & Kids Expo (prodotti ed accessori per prima infanzia e bambini);
  • Interior Expo (accessori ed oggettistica per la casa);
  • Health & Beauty Expo (prodotti per l’igiene, cura e benessere per la persona);
  • GOOD FOODS EXPO (prodotti agro alimentari da tutto il mondo per la regalistica e negozi specializzati).

Il loro punto di forza sta nell’essere appuntamenti B2B per un target ben selezionato e abituato a usare la fiera come vetrina sulle novità estere e per avviare trattative. Il target dei visitatori comprende importatori, distributori, catene di negozi, piccole boutique e buyer di grosse realtà.

Remote Exhibiting Plan: la soluzione per esporre nonostante le restrizioni del Covid

Pianificare e partecipare a una fiera in un altro continente è una scelta molto difficile da fare durante l’emergenza Covid, a causa delle restrizioni agli spostamenti internazionali e a molte dinamiche che inibiscono la normale interazione dal vivo. 

Lifestyle Week propone, per l’edizione di Tokyo di luglio 2022 e quella di Osaka di settembre 2022, il REMOTE EXHIBITING PLAN.

Grazie alla tecnologia e alla perfetta organizzazione giapponese, l’azienda espositrice può inviare prodotti, campioni e materiali informativi. Il team di Lifestyle Week allestisce lo stand e forma una persona che possa organizzare appuntamenti per conto dell’espositore straniero, accogliere clienti e raccogliere contatti e biglietti da visita. L’espositore può partecipare in remoto per stabilire un contatto coi i visitatori interessati ad approfondire, grazie all’assistenza in tempo reale di traduttori e personale bilingue. Questa soluzione permette ai visitatori di toccare con mano i prodotti, un aspetto essenziale per entrare in contatto con un acquirente giapponese. 

Il seminario di cultura business giapponese per gli espositori internazionali

Il giorno prima dell’inizio della Lifestyle Week l’ente fiera organizza un seminario sulla cultura business in Giappone, rivolto agli espositori internazionali per riuscire ad avvicinarsi con il giusto atteggiamento ai loro interlocutori giapponesi.

La differenza culturale è una variabile importantissima da considerare per proporsi nel modo giusto sul mercato giapponese. 

Per iniziare, ecco qualche consiglio di business etiquette tratto dalle linee guide di ICE-Agenzia Tokyo per il sostegno al business in Giappone delle aziende italiane:

  • investire per inviare mail e corrispondenza in lingua giapponese ai potenziali partner commerciali (l’inglese nella maggior parte dei casi viene cestinato)
  • non aspettarsi risultati immediati dalla partecipazione a fiere ed eventi, occorre tempo per conquistare la fiducia e cementare le relazioni commerciali
  • avere pazienza e costanza nel coltivare le relazioni con gli operatori giapponesi: inviare news e materiali informativi, nuove collezioni, cataloghi, auguri
  • partecipare a iniziative promozionali di settore, particolarmente frequentate e ritenute un canale efficace e affidabile di contatto
  • massima puntualità negli appuntamenti e precisione in ogni aspetto dell’offerta e della trattativa
  • non forzare decisioni e risposte immediate nell’interlocutore: le decisioni sono prese in gruppo

CL EVENTS E’ A DISPOSIZIONE PER AIUTARTI A CAPIRE QUALI FIERE SONO PIU’ ADATTE AI TUOI PRODOTTI E ALLA TUA AZIENDA E PER AFFIANCARTI NEL PROGETTARE IL TUO INGRESSO NEL MERCATO GIAPPONESE.